La Cappella della Madonna della Neve

Nel 1800 sul Colle Bione esisteva un modesto pilone votivo dedicato alla Madonna dell'Aiuto; bisogna arrivare nel 1900 per veder sorgere, dove esisteva  Foto cappella questo segno della fede, l'attuale Cappella. Chi ne ebbe l'ispirazione? Un coazzese della borgata Coletto. Picco Rosset Giovanni di Gregorio, detto Giôanin Gori, molto devoto alla Madonna della Neve, era stato colpito da una grave malattia e ridotto quasi in fin di vita.

In quegli istanti terribili egli si affidò alla Madre del Cielo e fece voto di recarsi a piedi per nove anni consecutivi al M. Rocciamelone se fosse guarito.

Le sue preghiere e la sua fede lo salvarono, e con rinnovato fervore ogni anno ai primi di Agosto mantenne la promessa salendo a venerare la Celeste Patrona sulla vetta Segusina delle Graie.

Sette volte compì l'ascensione; l'ottavo anno si senti stanco, e fu costretto a rinunziarvi, ma penso, d'accordo con il padre ottantatrenne, di rimediare al mancato impegno. Con il consenso del Parroco dell'Indritto don Biagio Garino, decise di costruire la chiesetta in onore della Madonna della Neve là dove esisteva il rozzo pilone. Il curato lo sciolse dal voto ed egli incomincio il lavoro aiutato da amici e valligiani in particolare da un certo Regie Ferdinando.

Il 13 giugno 1901, giorno di S. Antonio partiva dalla Parrocchia dell'Indritto una lunga processione verso il colle, per assistere alla prima messa e alla consacrazione della Cappella.

Ma l'edificio non aveva ancora il disegno attuale: mancava il porticato esterno. Tra i nove figli di Giôanin Gori il più anziano, tornato dal servizio militare, propose al padre di costruire l'ala e schizzo la pianta come quella della chiesetta del Pian dell'Orso.

Era il 1904, e da quella data la Cappella a sempre riunito di fronte all'altare della Vergine fedeli di case vicine e lontane, sensibilil al richiamo divino che parte dal Colle: più puro, più semplice, più vivo. Richiamo perenne che lega l'uomo al Mistero che lievita l'anima e la spinge dal soffio di questa porta là dove non hanno più senso né tempo né spazio.

Tratto da una targa affissa sulla Cappella